la
vita
nato a S. Martino al Cimino (Roma) il 29 gennaio 1839.
Grazie all'aiuto del fratello, studiò all'Istituto San Michele di Roma,
dimostrando di essere portato per il disegno e l'incisione.
nel 1861 fu ammesso alla zecca Pontificia.
All'età di soli 24 anni entrava nella zecca Pontificia di Roma, ove
firmava la sua prima moneta nel 2 lire e mezzo di Pio IX coniato nel 1867.
Dotato di grande abilità di bulinista, possedeva inoltre buone doti di
compositore e ottenne buoni risultati, nonostante non fosse mai sorretto
dai suoi direttori.
la sua bravura gli permise di operare anche con macchinari obsoleti e
rudimentali.
Lasciò nel campo della medaglistica un nutrito e prezioso lavoro,
arricchendo il gabinetto medaglistico della R.Z. di una svariata
collezione di punzoni.
Morì il 7 dicembre 1903 a soli 55 anni di età, quando ricopriva
l'incarico di Capo-Incisore.
produzione
è suo l'insolito taglio da 2,5 lire dello Stato Pontificio.
Ecco la nota del catalogo:
Inconsueta moneta
da 2 lire e 1/2 che non trova riscontro nelle monetazioni decimali in
Italia. Peraltro è l'unico conio prodotto da Filippo Speranza [...]
si forma nella
Zecca Pontificia, che dopo il 1870 diventerà la Zecca del neonato Regno
d'Italia.
curò l'intera produzione delle monete di U.I.
produsse anche
la serie delle monete per l'Eritrea di Umberto I.
stranamente sotto il collo del Sovrano, al D/, dei 50 centesimi non
compare 'SPERANZA' come per le monete di taglio maggiore; tuttavia si
pensa ancora di attribuirlo a lui, nonostante non ci sia il suo nome.
(come per i 50 centesimi dell'Eritrea, anche i 50 centesimi ordinari non
riportano il nome dello Speranza, nemmeno una sua sigla; cosi come il 20
centesimi.)
V.E.III
Nel settembre del 1900 l'incisore della Zecca Cav. Speranza, dovendo
allestire o nuovi tipi di monete, si reca a Napoli per assistere alla
ripresa fotografica di Suà Maesta il Re Vittorio Emanuele III.
al ritorno dal suo viaggio si mette all'opera e nel febbraio del 1901 ha
già allestito i relativi punzoni. Dietro autorizzazione del R. D. del 7
marzo 1901 vengono preparati 10 esemplari 'di presentazione' [della moneta
da 5 lire 1901 'aquila araldica] destinati alle più alte cariche. [...]
Il lavoro dello Speranza incontrò pieno gradimento, ma la moneta non entrò
mai in circolazione a causa dell'UML [...].
Gran parte della battitura viene fusa ad eccezione di 114 esemplari [ah...
i 114 (?) originali... ].
[...]
questa moneta tuttavia non piacque al Re, che la considerava troppo austera e fredda.
da questa moneta 'campione' vennero poi desunte le monete di taglio
maggiore e minore (100, 20 lire in oro; 2, 1 lira in Ag, 25 centesimi in
Nichelio)
era allo studio anche una moneta da 50 lire, e si legge su un Decreto del
1905 di una moneta-progetto-prova (per altro mai battuta a quanto pare) da
50 centesimi (non so se battuta in base a disegni dello
Speranza)
lo Speranza coniò anche gli uno e due centesimi 'valore' di VEIII, ed
anche i 5 centesimi (campione).
bibliografia
Varesi 32 - Collez.
D'Incerti
prove - varianti - errori - falsi nelle monete dei Savoia
Numismatica It.
tratto
da : http://www.lamoneta.it/topic/37126-gli-incisori-e-i-modellisti-del-regno-d-italia/
APPROFONDIMENTI:
Filippo
Speranza - Incisore sotto due redi
Roberto Saccarello |
![](immagini/logo.download.jpg) |
"Nel
regno dell'oro, dell'argento e del nickel"
di
Matteo Pierrotti |
![](immagini/logo.download.jpg) |
|