L'infanzia
Luigi
Giorgi nacque a Lucca nel 1848. Il padre Paolo era un
abile argentiere e cesellatore che ben presto, però, a
causa di difficoltà economiche emigrò in Brasile dove
lavorò a Rio de Janeiro e San Paolo avendo come
protettore - si dice - nientemeno che l'imperatore Don
Pedro II de Alcantara. Ben presto, tuttavia, il padre cessò
di dare notizie di sè e Luigi crebbe allevato dalla
madre, assieme ad altri tre figli.
Ancora
in fasce, Luigi contrasse il vaiolo che lo ridusse quasi
alla cecità; sempre in tenera età, poi, subí un secondo
incidente, quanto meno curioso sia per gli effetti che
ebbe sul piccolo che per i protagonisti. Si trovava
infatti, il bambino, in braccio alla madre quando il
conducente d'un calesse di passaggio, schioc-cando la
frusta, colpí il bimbo al volto cusandogli la perdita
dell'occhio sinistro. L'uomo alla guida del calesse era il
padre di Giacomo Puccini, la cui involontaria
responsabilità nella menomazione subita dal Giorgi verrà
taciuta anche a distanza di decenni.
Nell'inverno
del 1855-1856, infine, un'epidemia di colera causò al
piccolo anche la perdita della madre.
Luigi
e i fratelli furono cosí affidati, per interessamento di
uno zio paterno, frate e teologo, alla Pia Casa di
Beneficenza di Lucca dove Luigi frequentò la Scuola di
Mutuo Insegnamento e apprese i primi rudimenti del
mestiere di ombrellaio, che in seguito esercitò in San
Michele.
La
giovinezza
Durante
gli anni presso la Pia Casa, il giovane Giorgi manifestò
una notevole attitudine per la musica - tanto che apprese
con facilità vari strumenti - e per il disegno - passione
che invce riuscí a coltivare solo dopo i diciassette
anni, quando si ritirò dall'Istituto per andare a vivere
con la sorella maggiore.
Frequentò
quindi l'Accademia di Belle Arti ed iniziò a lavorare
presso l'argentiere Panelli dove - si narra - il suo primo
lavoro ad essere notato fu una piccola tabacchiera sul
coperchio della quale il giovane aveva finemente cesellato
una mosca.
Nel
1866 fece di tutto per essere arruolato tra i volontari
garibaldini, ma non venne accettato per la mancanza
dellocchio. Nello stesso periodo conobbe Cesira Fannucchi
con la quale, nonostante la minore età e l'assenza del
consenso dei genitori, si sposò di lí a poco.
Lasciata
la bottega del Panelli, il giovane artista lucchese aprí
un laboratorio in proprio rimanendo a Lucca ad eserictare
la professione di incisore, cesellatore e orafo-argentiere
fino al 1882 realizzando gioielli, ostensori, matrici
sigillari per conto di istituzioni pubbliche e privati
nonchè i primi coni per medaglie. E proprio quest'ultimo
tipo di opere lo avrebbe portato, negli anni seguenti, ad
una sempre maggiore notorietà artistica e all'incarico piú
prestigioso della sua carriera, quello di capo incisore
presso la Regia Zecca di Roma e di primo direttore-docente
della Scuola dell'Arte della Medaglia.
Firenze
e la maturità
Nel
1882, Giorgi venne chiamato a Firenze per collaborare alle
onoranze in occasione della morte di Giuseppe Garibaldi;
nel capoluogo toscano, che per breve tempo era stato anche
capitale del giovane Regno d'Italia, l'artista potè cosí
perfezionare la propria tecnica incisoria e realizzare i
coni per numerose medaglie commemorative che furono assai
apprezzate.
Per
anni, Luigi Giorgi ebbe studio e laboratorio sul Lungarno
Serristori, dove produsse i modelli e i coni per decine di
emissioni commemorative. Tra queste ricordiamo quelle per
la visita della Regina Vittoria d'Inghilterra a Firenze,
per il completamento della facciata di Santa Maria del
Fiore, altre dedicate a Francesco Ferrucci, Paolo
Toscanelli e Amerigo Vespucci, Dante ALigiheri, Giuseppe
Verdi ed alcune, infine, realizzate in occasione di
esposizioni e fiere. Nel frattempo, Giorgi continuò ad
esercitare anche le attività di incisore di sigilli (ne
realizzò, fra gli altri, per il Municipio di Firenze, per
la Provincia e per moltissimi committenti privati) e di
orafo, realizzando gioielli e cifre anche per conto di
membri della Casa reale, come quella coronata per la
Regina Margherita.
Roma:
la Regia Zecca
La
vasta produzione realizzata tra il XIX e linizio del XX
secolo fece di Luigi Giorgi uno degli incisori piú noti
del Regno d'Italia al pun-to che, nel 1906, concorrendo al
posto di Capo Incisore della Regia Zecca con una celebre
incisione della modellina romana Graziella - realizzata in
appena venti giorni, a fronte di un mese a disposizione -
sbaragliò i concorrenti ricevendo le congratulazioni di
artisti affermati come quel Domenico Trentacoste con il
quale avrebbe, in seguito, collaborato nell'incisione dei
coni per la serie di monete del 50°del Regno (1911).
Inaugurata
la Scuola dell'Arte della Medaglia nel 1907, Giorgi ne
divenne apprezzato docente. Di lui si ricordano l'assiduità
e la presenza sul posto di lavoro, che non vennero meno
neppure durante la malattia, e la scrupolosità con la
quale seguiva personalmente le procedure di realizzazione
dei materiali creatori e la coniazione.
L'apice
della sua carriera fu quando, tra il 1909 ed il 1910, ebbe
lincarico di realizzare modelli e coni per le monete della
Somalia Italiana, che presentò di persona al Re il quale
ne rimase impressionato. Oltre che per Vittorio Emanuele
III Giorgi realizzò anche coni per la Cina e per i papi
Leone XII e Pio X; da quest'ultimo, in particolare,
ricevette una speciale dedica che ancora oggi si conserva
tra i materiali artistici del grande incisore. Raffaele
Luigi Giorgi morí a Roma, il 24 agosto del 1912, per un
attacco di cuore.
tratto
da: http://numismatica-italiana.lamoneta.it/zecchieri/Luigi%20Giorgi |