WAR
BOW:
L’ARCO
DA GUERRA INGLESE DEL MEDIOEVO (1)

arcieri inglesi in
battaglia ( dalle cronache di Froissart)
Il seguente articolo vuole illustrare una replica di un
arco tipo quelli recuperati nel relitto della Mary Rose, una nave
inglese affondata nel 1545 sulla costa meridionale dell’Inghilterra,
di fronte a Portsmouth.
Ricoperti da uno strato di fango, gli archi di legno si
sono conservati intatti, dando la possibilità di verificare le
caratteristiche tecniche su un buon campione (137 archi
e più di 3500 frecce sono state recuperate dal relitto)
fabbricato nello stesso periodo.
La lunghezza degli archi varia da 1.870 mm a 2.110 mm, con
una lunghezza media di circa 1.980 mm.
Gli archi, recuperati dalla Mary Rose, sono di tipo
longbow e sono in
eccellenti condizioni.
Loro caratteristica è di poter lavorare (flettersi) anche
nella zona dell’impugnatura, in modo da formare quando in trazione un
perfetto arco di cerchio.
Essi sono in legno di tasso (si dice che qualcuno era in
olmo od in frassino, ma l’informazione non è confermata).
La potenza (carico di trazione) stimata degli archi della
Mary Rose varia da un minimo di 80 lb ad un massimo di 180 lb, con un
buon numero intorno alle 140 lb.
Il dato è stato ricavato da prove distruttive fatte su
alcuni di essi, da ricostruzioni eseguite
con dimensioni e legno di
qualità simili agli originali, e da considerazioni sulla resistenza di
corde in fibre naturali con diametro adatto alle cocche delle frecce
recuperate.
Il dato di potenza massima non è da tutti condiviso,
anche se si è dimostrato praticamente che sono costruibili e tirabili
archi anche fin oltre le 200 lb.
archi originali
Gli archi hanno un’apparenza quasi rudimentale. Sono
diritti, intagliati da un’unica doga di legno di tasso ricavata da uno
spicchio di tronco.
Le sezioni dei flettenti sono variabili a seconda delle
preferenze degli artigiani o delle caratteristiche della doga. Quelle più
comuni sono sezioni squadrate o sub-rotonde
che ricordano vagamente la sezione a D.
La loro superficie non è
rifinita, l’artigiano ci ha lasciato, senza preoccuparsi
dell’estetica, i segni dell’ultimo strumento di lavoro.
Privi di qual si voglia impugnatura, l’arciere stringeva
in mano il legno nudo.
Niente poggia-freccia, al suo posto su molti degli archi
vi era soltanto un segno ad indicare il punto di passaggio della
freccia, che appoggiava direttamente sulla mano dell’arciere
E’ accertato che gli archi della Mary Rose erano dotati
di nocche in corno, anche se ne
è stata recuperata integra
solo una perché il corno, al contrario del legno, non ha resistito
all’immersione nell’acqua salata.
DESCRIZIONE
DELLA REPLICA

il warbow ed una
sua freccia
La replica è stata realizzata da Celestino Poletti.
L’impressione che si ha quando lo si vede e lo si
impugna è di “massiccio”, rispetto ad un longbow normale. Io lo
chiamo il “mostro”, perchè dà l’impressione di avere una potenza
mostruosa.
Le sue caratteristiche sono:
lunghezza: 1.956
mm (77”) dalle 2 gole della corda, 2.057 mm (81”) dalle punte dei
puntali in corno.
Peso: 1kg e 50 grammi (gli altri longbows che uso sono
intorno ai 500-600 grammi).
Diametro all’impugnatura: 36 mm
La potenza (carico di trazione) è di 90 lb a 32“ (2),
circa 80 lb a 28”.

confronto
dimensionale fra il warbow ed un warbow di 52 lb a 28” (massimo
allungo permesso da quest’ultimo)

dettaglio puntale
superiore

L’arco in
trazione a 20”

l’impugnatura
dell’arco e’ priva di rivestimento; un segno inciso indica il punto
di passaggio della freccia.

come trovare il
punto dove impugnare la freccia: trovato il punto di equilibrio,
l’arco si impugna esattamente sotto ad esso.
Impressioni di
tiro:
a differenza di quanto a prima vista si potrebbe pensare, viste le sue
dimensioni, l’arco è molto maneggevole. Usato in un prato o in un
luogo con cespugli bassi o vegetazione rada (tipico campo di battaglia
medievale), esso non dà nessun impedimento a muoversi ed a tirare.
Viene proprio di pensare che è un attrezzo adattissimo al
suo scopo: colpire il cavaliere od il fante avversario.
NOTE:
1)
Ho definito questo arco “medievale”, in realtà si potrebbe
obiettare che il periodo in cui era in uso, circa metà del cinquecento,
è già rinascimento. Che legame c’è fra questi archi ed un arco
usato nella guerra dei cento anni (1337-1453)?
Secondo
me gli archi della Mary Rose potrebbero essere rappresentativi del
massimo sviluppo raggiunto dall’arco da guerra a fine medioevo e
nell’ultima parte della guerra dei cento anni:
-
Durante tutto il 1300 ed il 1400 c’era stata una corsa fra
l’aumento delle protezioni di un cavaliere (dalla maglia di ferro
all’armatura a piastre) per contrastare la letalità degli archi e
l’aumento dell’efficacia degli archi (aumento della loro potenza e
della lunghezza/peso delle loro frecce), fino al momento che
l’efficacia delle armi da fuoco hanno soppiantato entrambi.
-
L’arco a metà cinquecento era per l’impiego terrestre già
ampiamente sostituito dalle armi da fuoco. Era rimasto in uso soltanto
nell’impiego navale, probabilmente per evitare di avere a bordo
centinaia di possibili fonti d’incendio. Non bisogna dimenticare che
le navi erano in legno e le armi da fuoco a miccia.
2)
La potenza degli archi tipo “warbow” viene misurata a 32”,
essendo questa la lunghezza media delle frecce tipo da guerra ripescate
dalla nave Mary Rose.
Le
frecce hanno una lunghezza elevata per poter immagazzinare più energia,
data dal rapporto carico di trazione dell’arco per lunghezza effettiva
di allungo (lunghezza freccia meno distanza arco-corda ad arco scarico).
BIBLIOGRAFIA:
-
http://www.englishwarbow.com
un
sito dedicato interamente al warbow.
-
Articoli dedicati al longbow inglese ed agli archi della Mary
Rose apparsi sulla rivista Arco, disponibili in rete all’indirizzo
http://www.arcosophia.net
-
http://www.maryrose.org/
il
sito del museo della Mary Rose con foto degli archi e frecce originali.
-
The Medieval Archer, Jim Bradbury, The Boydell Press
Descrizione
dell’evoluzione dell’arco inglese e suo impiego sui campi di
battaglia.
Angelo Conti
Settembre 2007
La prima serie di
frecce: ancora lontano “dall’entrare nell’arco”, e poterne
sfruttarne tutte le potenzialità (ma sto migliorando!).
http://s231.photobucket.com/albums/ee246/nene1959/?action=view¤t=DSCF1536.flv
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