GALLIANO
- CANTU' - CENNI STORICI
Monumento di maggior rilievo
artistico è il complesso romanico di Galliano, d'origine
paleocristiane, ampliato e rinnovato nell' apparato decorativo nel
1007, per volontà di Ariberto da Intimiano, arcivescovo di Milano e
composto dalla Basilica di San Vincenzo e dal Battistero di San
Giovanni .
basilica di San Vincenzo
Gli affreschi del catino
absidale raffiguranti il martirio di San Vincenzo, opera di un maestro
ignoto, introducono nuovi canoni che superano gli stilemi
bizantineggianti.
Analogamente
le navate si presentano completamente decorate secondo tre registri
sovrapposti dedicate a storie bibliche e di santi, affreschi di poco
successivi a quelli presbiterali ma di tono minore.
I reperti più antichi
risalgono al I° secolo d.C. e indicano in Galliano un territorio già
conquistato dalla civiltà romana mentre i cristiani sono qui presenti
con la chiesa nel V sec. d.C. dal V all' XI secolo la basilica cambia
aspetto più volte sino a raggiungere l'attuale conformazione nel
1007, quando il futuro arcivescovo di Milano Ariberto da Intimiano ne
ultima il lavoro di ampliamento, il 2 luglio 1007 la nuova basilica è
consacrata e intitolata a San Vincenzo.
La
basilica ha l'abside con l'altare affrescata con la storia del
martirio di San Vincenzo e l'enorme immagine di Cristo; a destra,
verso il battistero, Ariberto si fa ritrarre con in mano il modello
della chiesa da lui ristrutturata. Nei secoli che seguono sino al '400
il complesso monumentale di Galliano è il centro religioso più
importante di un ampio territorio, ed in Galliano vi abitano una
ventina di canonici.
La situazione del complesso
inizia a degradare dal '400 alla fine del '500 perchè i canonici si
trasferiscono nel borgo di Cantù dove la vita è più comoda,
lasciando incustodita la basilica ed il battistero. Nella seconda metà
del '500 il complesso è in stato di abbandono tanto che il card.
Carlo Borromeo, vista personalmente la situazione decide di trasferire
ufficialmente i canonici in Cantù nel 1582. La basilica giace in
stato di completo abbandono e dalla metà del '700 viene utilizzata
come magazzino agricolo. Nel 1797 arrivano i francesi in Lombardia e
fondano la Repubblica Cisalpina; il governo cisalpino aliena tutti i
beni della chiesa inutilizzati e li rivende all'asta: la basilica di
San Vincenzo (non il battistero che rimarrà proprietà del parroco)
viene venduta al sig. Manara di Milano il 22 febbraio 1799.
Seguono
2 anni di contrasti tra il proprietario e l'allora parroco di Cantù
che tentava di recuperare al culto la basilica e che si concludono il
1 aprile 1801 quando una commissione composta dal pittore Andrea
Appiani, dal noto arch. Albertolli e dall'ispettore Bossi, definisce
la basilica " di non essere capo l'opera nè di monumento
d'arte." Da questo momento la basilica diviene definitivamente
proprietà privata. Dal 1801 al 1907 la ex basilica cambia numerosi
proprietari. Nel 1907 il Comune di Cantù acquista la ex basilica dal
sig. Fioretti per la cifra di lire 15.000 e appena divenutone
proprietario, ne inizia l'opera di restauro. Nel 1934 la basilica di
San Vincenzo, menomata del campanile e di una navata minore, viene
riconsacrata dal card. Schuster. Nel 1955 si procedette ad un nuovo
restauro degli affreschi e nel 1981 al restauro del tetto ed a una
campagna di scavi archeologici.
Battistero di San Giovanni
Il
Battistero dedicato a San Giovanni Battista venne eretto verso la fine
dell' XI secolo, dopo la consacrazione della basilica fatta da
Ariberto.
È una costruzione di grande
interesse e risponde alle esigenze dell'antica liturgia che voleva il
fonte battesimale separato dalla chiesa. In passato i due edifici
erano collegati fra loro tramite un porticato ove vi si celebravano i
riti preliminari del battesimo. Purtroppo, abbattuta la navata destra
della chiesa anche il portico andò distrutto.
Prima
della costruzione di questo edificio il rito battesimale si svolgeva
nell'antico vestibolo della chiesa di San Vincenzo.
Ebbe importanza e culto fino al secolo XVI, poiché anticamente i
battisteri non esistevano se non presso le chiese matrici, poi San
Carlo concesse ai parroci il diritto di fare cristiani i fanciulli
nelle rispettive parrocchie.
Oggi ha forma quadrata, con
quattro grandi semicircoli ciascuno per lato. Tramite due scale,
realizzate nel muro perimetrale, si raggiunge la soprastante galleria
a ringhiera destinata ad accogliere i devoti ed i curiosi che
assistevano alla cerimonia del battesimo.
Sopra
la galleria si aprono quattro finestre. Dipinti di notevole interesse
ornavano la galleria e l'interno della navata; di essi rimangono
un’antichissima immagine di un ragazzo con candela in mano, nel
matroneto, e l'affrescatura della volta interna a cielo stellato che
risale probabilmente al '500.
Nel mezzo vi è un vaso di sarizzo destinato a raccogliere le acque
lustrali.
Affreschi di Galliano
Gli affreschi contenuti nella
basilica di San Vincenzo sono la più alta testimonianza della pittura
degli inizi dell'anno 1000 e sono eseguiti in due momenti diversi tra
loro di cui il più antico, terminato nel 1007, coincide con l'abside
maggiore.
Qui
sulla volta si vede un grande Cristo in piedi con il braccio alzato
per chiamare a se i fedeli affiancato dai profeti Geremia ( a
sinistra) ed Ezechiele (a destra); dietro ad essi vi sono numerosi
personaggi che portano corone imperiali e palme. In basso tra le
finestre è raffigurato il martirio di San Vincenzo con la storia che
si svolge da sinistra a destra.
All'estrema destra è
raffigurato il ritratto di Ariberto con in mano la chiesa da lui
ristrutturata nel 1007. Appena successivi al 1007 sono invece gli
affreschi sulle pareti della navata maggiore dove siedono i fedeli
durante le cerimonie. In antichità i fedeli si dividevano in due
zone: a destra , entrando, stavano gli uomini ed a sinistra le donne:
anche gli affreschi sono divisi con questo schema.
Sulla parete sinistra, rovinate dal tempo e dagli uomini , vi sono
storie di donne: Eva con Adamo in alto, Santa Giuditta e Santa
Margherita. Sulla parete destra vi è la storia di Sansone, in alto di
San Cristoforo, di cui rimane un enorme immagine al centro della
parete.
Gli
affreschi che si vedono nella basilica sono dei secoli successivi: i
dipinti sul muretto a destra della scala di accesso all'abside sono
del '300 come il Vescovo tra due diaconi sulla parete della porta di
ingresso, la serie di Santi verso la navata minore sulla parete di
ingresso è databile al '500.
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